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Il presente contributo sviluppa un'analisi sul problema della governance nella grande impresa societaria moderna e sugli assetti istituzionali preordinati a raggiungere un efficiente equilibrio tra i diversi centri d'interesse rilevanti per il suo sviluppo (proprietà, gestione e altri stakeholders). La prospettiva d'indagine adottata è quella della scienza dell'economia d'azienda, di derivazione zappiana, avendo allo stesso tempo quali riferimenti i più importanti studi della letteratura internazionale di management e corporate governance. Il lavoro comincia col definire il fenomeno della corporate governance, analizzandone le ragioni genetiche alla luce della fondamentale scissione che si realizza all'interno della grande impresa societaria tra titolari dei diritti di proprietà e sfera amministrativo-gestionale. In seguito il lavoro offre un quadro sulle principali teorie alla luce delle quali è possibile interpretare detta scissione, così come le conseguenze che da essa derivano in termini di assetti d'impresa. Vengono così illustrate: l'agency theory, che pone al centro il tema del control of managers; la stewardship theory, che pone al centro il tema del managerial empowerment; la stakeholder theory, basata sull'assunzione di consapevolezza circa la rilevanza di un terzo centro d'interessi per l'impresa (che si aggiunge ai due classici di proprietà e gestione) costituito dagli altri stakeholders; la resource dependence theory, che offre una chiave interpretativa sul rapporto potere-dipendenza tra l'impresa e il proprio ambiente esterno, da cui possono derivare scelte di governance. Il capitolo successivo analizza i fondamentali modelli internazionali di corporate governance - il monistico, il dualistico orizzontale (o modello tradizionale italiano-latino) e il dualistico verticale (o modello renano) - in stretto rapporto con il sistema economico all'interno del quale essi trovano il proprio baricentro istituzionale e culturale (outsider system e insider system). Il lavoro si conclude tracciando un quadro riepilogativo che consente di evidenziare come ogni modello di corporate governance, definito nella parte hard dalle istituzioni formali di ciascun ordinamento economico-sociale, debba in realtà essere correttamente interpretato tenendo conto anche delle peculiari istituzioni informali. Le caratteristiche durevoli generali di ogni contesto (il sistema politico, il sistema finanziario, il modello di sviluppo delle risorse umane, le norme e i valori che influenzano le identità collettive) condizionano infatti la conformazione delle imprese e i loro processi di governance, contribuendo a plasmarne lo sviluppo in ragione del peculiare assetto d'interessi a cui risultano orientate.